I limiti del Modello "statico"
Finora, i Modelli organizzativi si sono sviluppati come meri esercizi di analisi dei processi, riportanti semplici indicazioni sui controlli e sulle sanzioni, finalizzati a “certificare” al pubblico una “certa presa di coscienza” delle problematiche da parte delle figure apicali o, peggio a supportare burocraticamente, attraverso sterili iter documentali, percorsi di certificazione normativa e di processo.
In realtà la maggior parte di essi agisce nell’ottica di verificare dati ed eventi “ex-post”, e non contempla l’adozione di apprezzabili misure atte a garantire “ex-ante” criteri di continuità e costanza dell’esercizio del controllo, di registrazione e certificazione degli eventi, di informazione e formazione preventiva delle figure interessate, di gestione e di segnalazione in real-time di eventuali non conformità. In ambito D.Lgs. 231/2001 La recente sentenza THYSSEN KRUPP ha evidenziato all’estremo i limiti di questi Modelli, che si possono quindi definire STATICI.
In realtà la maggior parte di essi agisce nell’ottica di verificare dati ed eventi “ex-post”, e non contempla l’adozione di apprezzabili misure atte a garantire “ex-ante” criteri di continuità e costanza dell’esercizio del controllo, di registrazione e certificazione degli eventi, di informazione e formazione preventiva delle figure interessate, di gestione e di segnalazione in real-time di eventuali non conformità. In ambito D.Lgs. 231/2001 La recente sentenza THYSSEN KRUPP ha evidenziato all’estremo i limiti di questi Modelli, che si possono quindi definire STATICI.